Nel 1801, durante la dominazione francese, l’esplosione accidentale di due detonatori presenti nel mezzanino dell’edificio, distrusse l’intero isolato. A Soli fu dato il compito di demolire le parti pericolanti e di progettare la ricostruzione del palazzo, residenza dei marchesi Campori. Nonostante i successivi lavori di trasformazione e di ampliamento eseguiti nella seconda metà dell’Ottocento e i danni subiti durante la seconda guerra mondiale e le conseguenti ricostruzioni, l’edificio conserva il disegno puro ed essenziale proprio delle architetture di Giuseppe Maria Soli. Il corpo centrale presenta il bugnato a piano terra, mentre il piano nobile è scandito da tre arcate a tutto sesto cieche, con semplici finestre all’interno, alternate a snelle lesene corinzie. Ai lati sono due corpi di altezza maggiore, senza decorazioni al di fuori del motivo a bugnato e delle sottili cornici marcapiano.